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ISA, nuovo piano di controlli e partite IVA: cosa cambia dal 2026
Per i liberi professionisti il calendario fiscale non sarà più lo stesso. Dal 2026 l’Agenzia delle Entrate passerà da controlli “a tappeto” a verifiche molto più mirate, costruite sui dati e sul livello di rischio attribuito a ogni partita IVA. Il cuore del sistema sono gli ISA, gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale: un punteggio da 1 a 10 che misura quanto il tuo comportamento dichiarativo è coerente rispetto alle informazioni presenti nelle banche dati del Fisco.
Un punteggio alto (tipicamente dall’8 in su) può garantire benefici importanti: meno probabilità di accertamenti, alcune semplificazioni negli adempimenti e vantaggi sui rimborsi IVA. Punteggi bassi, invece, ti spostano progressivamente nella “zona rossa”: crescono le possibilità di finire in una lista di controllo, soprattutto se nel tempo emergono anomalie ripetute o discrepanze tra quanto dichiari e i dati che l’Agenzia già possiede.
Il piano dell’Agenzia delle Entrate
Il nuovo piano operativo dell’Agenzia prevede, per i prossimi anni, un forte potenziamento delle verifiche sostanziali su imprese e professionisti. Per il 2026 si parla di centinaia di migliaia di accertamenti programmati, con un aumento rispetto al 2025 e un ulteriore incremento atteso entro il 2028. Il tutto con un approccio sempre meno casuale: i controlli vengono selezionati incrociando dati bancari, fatture elettroniche, dichiarazioni IVA, movimenti elettronici e naturalmente punteggi ISA, attraverso l’utilizzo di un numero elevatissimo di banche dati gestite da Sogei.
Un ruolo chiave lo avranno anche le cosiddette “lettere di compliance”: comunicazioni inviate ai contribuenti quando l’Agenzia rileva anomalie. Non sono ancora veri e propri accertamenti, ma funzionano come un preavviso. Ignorarle diventa sempre più rischioso: la linea indicata dai documenti programmatici è chiara, chi non risponde o non si regolarizza entra con più facilità nel perimetro dei controlli formali, anche per importi non elevati e con la possibilità che vengano verificati più anni d’imposta insieme.
Partita IVA uguale monitoraggio
A questo quadro si aggiunge il tema del concordato preventivo biennale (CPB): chi decide di non aderire, pur avendone i requisiti, può essere oggetto di un’attenzione più intensa, soprattutto se il suo profilo presenta già altri indicatori di rischio come ISA bassi o anomalie pregresse.
Per un libero professionista questo scenario significa una cosa molto semplice: la partita IVA non è solo uno strumento di lavoro, ma anche un impegno continuo di monitoraggio del proprio profilo fiscale. Bisogna tenere d’occhio punteggi, lettere, scadenze, possibili incoerenze, con il timore costante di “sbagliare qualcosa” senza accorgersene.
Più controlli, più stress: quando ha senso valutare un’alternativa alla partita IVA
La domanda, a questo punto, è legittima: ha ancora senso gestire tutto da soli? Per molti professionisti la risposta non è più scontata. L’aumento dei controlli mirati e la crescente complessità delle regole fiscali rendono la partita IVA uno strumento che richiede tempo, energie e una tolleranza allo stress non indifferente.
Esiste però un’altra strada: svolgere la propria attività continuando a lavorare con i propri clienti, ma non più come titolare di partita IVA, bensì come lavoratore dipendente di una realtà specializzata che si occupa di tutta la gestione amministrativa, fiscale e contributiva. È esattamente l’approccio proposto da Ve.Ma.. Si tratta di un modello che consente ai liberi professionisti di trasformarsi in dipendenti, mantenendo autonomia commerciale, ma spostando su Ve.Ma. la parte più delicata del rapporto con il Fisco e con gli enti previdenziali.
Questo significa busta paga al posto delle dichiarazioni da predisporre ogni anno, tutele tipiche del lavoro dipendente (malattia, infortunio, TFR, disoccupazione, accesso ai bonus statali) invece del timore di un accertamento improvviso, e soprattutto un unico interlocutore che gestisce la burocrazia al posto tuo. Tu continui a fare il tuo lavoro, Ve.Ma. si occupa dei calcoli, delle scadenze e della documentazione.
È la soluzione giusta per te?
Nessuna soluzione è “giusta per tutti”: ci sono professionisti per cui la partita IVA resta la strada ideale, soprattutto se hanno strutture complesse o specifiche esigenze imprenditoriali. Ma per chi vive ogni novità normativa come l’ennesima fonte di preoccupazione, valutare un’alternativa strutturata può essere un modo concreto per riconquistare serenità.
Se vuoi capire se il modello Ve.Ma. può adattarsi alla tua situazione – numeri, clienti, settore, obiettivi – il passo successivo è semplice: parlarne con chi ogni giorno aiuta gli ex freelance a lavorare senza più la partita IVA sulle spalle. Un confronto ti costa poco tempo, ma potrebbe cambiare il modo in cui vivi il tuo lavoro nei prossimi anni: contattaci subito!


