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Partita IVA, acconto di dicembre 2025 con due scadenze: le novità

Nel 2025 l’acconto di fine anno per le partite IVA prevede due date utili: la finestra “ordinaria” slittata al 1° dicembre 2025 (il 30/11 cade di domenica) e una seconda scadenza al 16 dicembre 2025, senza interessi. La scelta di affiancare due termini nasce dal combinato di una riforma fiscale in stand-by e di una proroga non formalizzata nei tempi utili: per evitare corse e correzioni last minute, si è lasciato al contribuente un margine di calendario più ampio, a parità d’importo dovuto.

Doppia scadenza: come orientarsi

La doppia finestra non è uno sconto, è gestione della cassa. Se hai incassi che arrivano a ridosso di dicembre, il 16/12 è una data che può darti respiro senza penali; se preferisci chiudere i conti del 2025 subito, il 1 dicembre ti libera mentalmente e amministrativamente. La decisione va presa guardando a entrate attese, cut-off bancari e calendario delle altre uscite (IVA, ritenute, contributi). Ricorda che restano in vigore i consueti metodi di calcolo: storico (replica l’anno precedente, più prudente se i ricavi sono cresciuti) e previsionale (utile se il 2025 è stato più debole, ma richiede stime solide per evitare differenze).

Cosa significa in pratica per un libero professionista

Avere due date aiuta, ma non risolve il problema strutturale di chi lavora in autonomia: liquidità che dipende dagli incassi, tempo eroso dagli adempimenti, rischio operativo tutto sulle tue spalle. Dicembre resta un mese “sensibile”: consegne che slittano, bonifici “a cavallo” e acconti che pesano proprio mentre aumentano le spese familiari. Per questo la pianificazione non può limitarsi al giorno del pagamento: serve un piccolo cruscotto di cassa, verifiche su tracciabilità e codici tributo e soprattutto una scelta consapevole dell’assetto con cui affrontare ogni fine anno.

Un modo per ridurre l’ansia da scadenze: l’assetto organizzativo Ve.Ma.

Se il tuo problema non è trovare clienti, ma reggere il carico amministrativo e la prevedibilità delle tutele, puoi valutare il modello proposto da Ve.Ma. Continui a seguire i tuoi clienti e i tuoi progetti, ma il rapporto formale non resta in partita IVA: diventa da dipendente, con cedolino e l’accesso alle tutele tipiche del lavoro subordinato come malattia, infortunio, maternità/paternità, TFR e disoccupazione, secondo il contratto applicato, oltre a una regia documentale più ordinata. Non “annulla” l’acconto: ridisegna l’architettura con cui affronti ogni dicembre, rendendo più prevedibili tempi, adempimenti e protezioni. Se vuoi capire come funzionerebbe nel tuo caso, guardando al 2026, parliamone: valutiamo attività, clienti e obiettivi, e costruiamo insieme un percorso che conservi la tua libertà professionale, ma con ordine e tutele in più!

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